La bolletta dell’energia elettrica è l’incubo per tantissime persone, in tanti ad oggi si pongono puntualmente la seguente domanda: qual è la differenza tra subentro e voltura? Cerchiamo di scoprirlo insieme in questo nuovo e dettagliato articolo.
Differenza tra voltura e subentro
La voltura consiste semplicemente nel cambio dell’intestatario del contratto, senza dover necessariamente bloccare l’erogazione dell’energia elettrica. Con il subentro, invece, la fornitura di energia elettrica viene attivata dopo un determinato periodo di tempo in cui il contattore non è stato operativo.
Cosa sono, come funzionano, costi e tempi
I prezzi di subentro o voltura cambiano in base al genere di contratto. I prezzi di subentro e voltura vengono fissati da parte dell’Autorità, che nel caso non si domandi un aumento di potenza a livello contrattuale, sono:
- 25,86 euro per quanto riguarda gli oneri amministrativi (più IVA 22%)
- 23 euro contributo fisso (più IVA 22%) in caso di subentro, il distributore può domandare un ulteriore contributo
- 16 euro per il valore dell’imposta di bollo
Il prezzo complessivo dell’operazione ammonta dunque a più o meno 77 euro, che bisogna sommare all’eventuale deposito cauzionale a discrezione di chi fornisce l’elettricità. Tra le altre cose, se si domanda un aumento della potenza contrattuale contestualmente al subentro o voltura, il vostro fornitore Enel o qualsiasi altro gestore di energia elettrica (Edison, Eni, A2a, Optima, Sorgenia, etc..) , potrà domandare un ulteriore corrispettivo da versare, dipendentemente dalla potenza che viene domandata.
Mentre per quanto riguarda il mercato libero i costi per voltura e subentro variano, ovvero:
- 25,86 euro di contributo fisso per quanto riguarda gli oneri amministrativi;
- quota di servizio che tendono a cambiare da gestore a gestore.
In questa circostanza, inoltre, sia il deposito cauzionale che l’imposta di bollo vengono rimessi interamente alla discrezionalità del gestore.